29 novembre 2010

Tradimento(?)


[ Avviso: segue un racconto serio. Che non c'è una risata. Ma proprio nemmeno nemmeno una che sia una. ]


Ero ricoverato in ospedale. A Venezia. Era l'ospedale più vicino, tra quelli attrezzati per curarmi. Non che avessi qualcosa di gravissimo. Era una cosa seria, certo, ma non una cosa da cui non si potesse guarire con un ragionevole margine di possibilità positiva.
Ma non è importante sapere cosa avessi, non è di questo che si parla.

Ero lì ormai da vari giorni, il decorso delle cure era nella norma. Nulla che inducesse a festeggiamenti con fuochi d'artificio, certo, ma comunque assenza di segnali preoccupanti.

E fu dopo qualche giorno (sette? otto?), appunto, che accadde.

Stavo rientrando nella mia camera a sera, verso le sette, dopo una sessione di cura. C'era penombra, il sole non entrava più dalla finestra già da qualche minuto.
Avevo tolto, poiché mi procurava fastidio, la garza adesiva che bloccava la cannula da flebo nel mio avambraccio e inavvertitamente, sistemando il cuscino, infilai la cannulla sotto la federa, sfilandomela così nel mio movimento maldestro.

Stavo per suonare il pulsante rosso e chiamare così qualcuno per rimediare all'accaduto, quando sentii una voce di donna alle mie spalle.
- Non preoccuparti, poi te la sistemo io - disse la voce.

Chi era? Quand'era entrata? Mi aveva seguito fino in camera? Non avevo sentito rumori. Del resto, c'è da dire che ero piuttosto stordito e confuso.
Di solito, quando sentiamo qualcuno parlarci da tergo, il primo istinto è di voltarci, non fosse altro per vedere con chi stiamo parlando.
Chissà perché io non lo feci.
Abbassai invece la testa, guardando contemporaneamente verso il basso ed all'indietro. Vidi un paio di Converse, da cui partivano due gambe non pallidissime, ma nemmeno abbronzate, nude. All'altezza del ginocchio, l'estrema alla quale il mio angolo visuale poteva arrivare, una gonna bianca bordata di verde acqua tradiva senza ombra di dubbio la professione della mia misteriosa interlocutrice.

- Sei un'infermiara - esordii con voce atona.
- Sì - mi rispose - ma sono qui da poco, e ancora non so fare tante cose. Però la cannula posso sistermartela. Per ora, mi fanno fare quello, e mettere a posto le camere, ritirare le cartelle. La tua, l'ho quasi sempre ritirata io finora.
- Non ti ho mai vista - le dissi col tono di chi si aspetta una spiegazione, e continuando, inspiegabilmente, e direi scortesemente, a rimanere girato, come se qualcosa dentro di me mi stesse dicendo che era giusto non voltarmi.
- Di solito, quando passo, i pazienti dormono - si spiegò lei - Tu, dormivi sempre - concluse sorridendo. Si percespisce, quando chi parla con noi sorride, sapete? Anche se non li si vede in volto. Per questo quelle presentazioni power point da sfigati che girano su internet e danno consigli su come affrontare gli altri, consigliano di sorriddere anche quando si parla al telefono.

Rimasi in silenzio, per un attimo, ma non uno di quegli attimi dei romanzi che durano tanto. Fu proprio un attimo-attimo. Passato quello, lei mi abbracciò da dietro.

Era un situazione assolutamente surreale, quella che stavo vivendo. In una camera di un'ospedale a cinquecento chilometri da casa, con la luce del giorno andata da diversi minuti e la stanza semibuia, abbracciato ad una sconosciuta infermiera di cui non vedevo il volto, con una sorta di voce dentro di me che mi diceva che non dovevo vederlo.

Mi cingeva contemporaneamente le braccia ed il torace, e sentivo il calore della sua guancia appoggiata contro la mia schiena.
- Mi dispiace tanto - disse con una voce ora bassa e dolce - Mi dispiace così tanto per la tua malattia...
- Non è così grave. Guarirò, sono sicuro - affermai col tono di chi rassicura gli altri, prima che sè stesso: una specie di strano altruismo, diciamo.
- Mi dispiace tanto lo stesso. Le malattie sono brutte, non dovrebbero esistere.
- ...ma quanti anni hai..? - chiesi, riconoscendo la giovinezza nella sua voce
- Ventitrè.
- Be', sono abbastanza meno di me... non è strano che una persona più piccola consoli una più grande..? Di solito, dovrebbe essere il contario.
- Non c'entra niente... mi dispiace per te, non è giusto che tu stia male... sei così bello..!

Come presi quel complimento, fu l'ennesima cosa strana di quella giornata incredibile. Non mi soprese: per qualche motivo, sapevo già di piacerle, in qualche modo era bastata la sua presenza nella camera a comunicarmelo; la immaginavo ora a guardarmi mentre dormivo quando veniva per ritirare la mia cartella.

Chiusi gli occhi, per continuare a non vederla, e mi girai verso di lei, liberandomi nel contempo dal suo abbraccio. Completando il mio movimento, sentii i capelli della sua fronte sfiorarmi le labbra, a riprova della sua statura di un po' inferiore alla mia.

Istintivamente, la presi per le spalle e l'attirai a me ancora più di quanto non lo fosse già, e protesi il mio volto verso il basso con una inequivocabile intenzione, che, intuii pur senza vedere, stava già muovendo anche le sue azioni.

Ci incontrammo un istante dopo, e fu un bacio dolce. Non troppo lungo, ma movimentato, non passionale e non profondo, ma deciso ed emozionato, sì.

Ci staccammo, sentii i suoi occhi su di me mentre i miei continuavo a tenerli chiusi.

- Come sei bello - disse.
- Grazie - risposi stavolta, con una specie di noncuranza che però non tradiva superbia, tuttaltro, semmai modestia.
- ...e tu, non vuoi guardarmi..? - mi chiese.

Abbassai ancora una volta la testa, aprii gli occhi. Di nuovo la visione delle sue Converse, delle sue gambe bianche, della sua gonna da infermiera.

Sempre più strano, in un momento di una tale unicità ed irrealtà, i miei pensieri mi scapparono e, invece che pensare ad un risposta da darle, o al da farsi, presero la tangente di quelle scarpe.
Perché non ci avevo riflettuto, poco prima, ma non era forse stranissimo che le lasciassero indossarle? Insomma, che io sappia, il personale ospedaliero deve usare quei bruttissimi zoccoli di plastica blu, no?

Ma tutto questo durò un attimo, il tempo di un pensiero.

- Come ti chiami? - le chiesi.
- Francesca.
- Allora dirò alla caposala di non mandare mai più nessuna infermiera di nome Francesca, qui da me.
- Ma perché? - mi chiese, con smarrimento e voce tremolante

Per un istante, un istante solo, la naturale curiosità ebbe la meglio sull'istinto che mi aveva dominato fino a quel momento, e socchiusi di pochissimo l'occhio destro. Feci in tempo a vedere indistintamente una ciocca di capelli bruni, lisci, ed un occhio di un marrone scurissimo, praticamente nero, che puntava verso il mio volto. Ma tornai immediatamente al mio stato di cecità volontaria.

- Perché io non voglio vederti - dissi a quel punto -  Per questo non aprirò gli occhi. Io non posso vederti.
- ...ma perché..?
Ed allora le parole mi vennero, spontaee, istintive, come era stato tutto quell'assurdo momento, e non sembravano dette sul momento, sembrava che fossero un discorso scritto e ricorretto più volte fino a trovare la forma ideale.
- Perchè io amo un'altra persona - iniziai -  E lei mi ama. Ma io ti ho appena baciata. E non so perché l'ho fatto. Ma è stato un momento incredibile, quello che c'è stato stasera in questa stanza. Ho sentito un'empatia enorme con te, eppure non ci conosciamo, ma... non ha voluto dire nulla, siamo stati lo stesso attratti da qualcosa di indescrivibile. Ma io sono di un'altra. Però... se non ti vedo, se non conosco la tua faccia... potrò ancora pensare di non essere stato attratto da te, da un'altra donna che non è la mia, ma di avere ceduto al richiamo di uno spirito affine. Se non ti dò un volto, tu per me non sarai una donna, ma un'entità. Sarà stato come baciare un'idea, un'anima. Come se al tuo posto ci fosse potuto essere chiunque... un amico, un parente. E, forse... non avrò tradito la persona che amo. Sì, forse sarà così, se potrò dire a me stesso di non aver ceduto a un'attrazione fisica, e lo posso dire, perché non ti ho ancora vista...

Percepii il suo sbigottimento ed il suo silenzio.

- Scusami - ripresi in tono sicuramente molto meno drammatico - per queste cose che ti dico e che magari per te sono senza senso... magari tu sei qui solo perché hai visto un ragazzo che ti piaceva, ed hai provato pena per la malattia di lui. Ma quello che ho detto è quello che penso, lo giuro.

- Non preoccuparti di parlare con la caposala, le chiederò di fare un'altra corsia... guarisci presto - fu tutto quello che disse in risposta.

Percepii il suo corpo staccarsi da me, e sentii armeggiare attorno al mio braccio, poi il lieve dolore della cannula che veniva rimessa al suo posto.
Poi se ne andò con lo stesso silenzio col quale mi aveva sorpreso alle spalle.

Dopo pochi secondi, riaprii gli occhi e mi stesi a letto.




23 novembre 2010

Parlare di calcio con una donna è il nuovo modo per dare titoli accattivanti ai post


Come detto di recente, ogni volta che a Controcampo danno la parola alla soccervelina io ho gli incubi, mi si ripresentano davanti agli occhi le scene di tragedia e angoscia vissute nel corso di tutta un'adolescenza ed anni successivi, quando ho permesso a delle femmine, per il solo fatto che andavamo a letto insieme, di vedere una partita con me.

Scene come queste, per capirci:

RAGAZZA#1: - Ma perché ha annullato il goal..?
SCIUSCIA: - Perché era fuorigioco.
R.#1: - Ah...
[2 minuti e 30 secondi dopo]
R.#1:- ...ok, ma perché l'ha annullato..?
S.: - Perché era fallo di mano. Fallo di mano. Tranquilla, è tutto a posto, ci sono qua io, vieni, abbracciami, è tutto finito ora.

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R.#2: - Ma Milito è in campo?
S.: - Sì. Era nella formazione titolare. Sarebbe bastato leggerla a inizio gara.
R.#2: - Ma non lo nominano mai.
S.: - ...
R.#2: - Sicuro che è in campo?
S.: - Sì, sono sicuro. Eccolo là, sta correndo all'altezza del lunotto di centrocampo.
R.#2: - Ma tu riconosci i giocatori da così lontano?!
S.: - ...sì.
R.#2: - Comunque sta giocando malissimo!
S.: - ...perché..?
R.#2:- Perché se non lo nominano mai vuol dire che non tocca mai il pallone!
S.: - ...come hai detto che ti chiami? Vabbe', comunque VAFFANCULO.

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[Dopo che l'Inter aveva appena subito un goal nel derby contro il Milan]
R.#3: - ...chi ha fatto goal..?
S.: - Ronaldinho, cazzo, quello stronzo dentone clown di merda di Ronaldinho.
R.#3: - Ma Ronaldinho non era del Barcellona?
S.: - Sì, ma dopo l'ha preso il Milan.
R.#3: - Ma a me pareva...
S.: - MA CRISTO DI DIO, CAZZO DI TROIA CHE NON SEI ALTRO, RIESCI A CAPIRE CHE SE VEDI SCRITTO "RONALDINHO" SULLA SCHIENA DI UN NEGRO CON LA FACCIA DA EBETE CHE PORTA LA MAGLIA DEL MILAN, VUOL DIRE CHE RONALDINHO GIOCA COL MILAN? PUOI ACCETTARE IL CONCETTO CHE DIFFICILMENTE RONALDINHO POTREBBE AVER SEGNATO IN INTER-MILAN SE GIOCASSE NEL BARCELLONA? CI RIESCI, LURIDA PUTTANA?!

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R.#4: - Ma secondo te...
S.: - No. Crepa, baldracca [estrae lo shotgun da sotto il divano]
*BLAM!*
[pezzi di cranio e cervello spappolato ovunque - uno schifo che non vi dico]

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[I nomi dei giocatori sono stati attualizzati per venire incontro a chi è nato dopo il 1990. E alle donne.]




Certo, Salma Hayek è una gran gnocca.
Ma anche lei non capisce un cazzo di calcio.




17 novembre 2010

Le interviste di Sciuscia: Emix




 
La rete di marchette che uno come Sciuscia può vantare è assolutamente inimmaginabile da voi poveri ed ingrigiti impiegati che siete lì a cliccare nella speranza che qualche blogger dal sagace umorismo pungente risollevi la vostra triste giornata facendovi fare quattro risate.

Sciuscia è in grado di avvicinare i personaggi più in vista dello star system, le rock star più trasgressive, i politici più puttanieri.

Eccovi quindi un'altra puntata di "Le interviste di Sciuscia", la rubrica nell'ambito della quale incontro V.I.P. di ogni sorta e sviscero la loro vita privata con le domande piccanti ed invasive che piacciono a voi, pubblico voyeur e gossip-dipendente che vuole fingersi alternativo e non interessato a vacuità e pettegolezzi.

Purtroppo, oggi intervisterò una persona dalla morale discutibile, dedita al turpiloquio e che si crede divertente.

Siccome però Berlusconi si è reso indisponibile all'ultimo momento, ripieghiamo su Emix, noto e sexy autore di Drink!, il primo blog videoludico ad aver dato una sua interpretazione delle opere di Goya nel contesto del novecento futurista. Sbagliandola di netto.




SCIUSCIA: - Ciao Emix, e benvenuto sulla pagine di Satira Sciusciesca, il blog che hai contribuito a far diventare il prossimo rivale di Qualcosa Del Genere, nonché prossimo vincitore di un Macchianera Blog Award e prossimo candidato del PD alle elezioni. Ricordi quando eri un piccolo blogger implume e nessuno ti si cacava di striscio? Parlaci di quei giorni. E, oltre che delle mestruazioni, vorrei sapere anche di quando avevi un blog da poco tempo, chiaro.

EMIX: - Ogni volta che vedo la sigla PD penso sempre a una nota bestemmia. Un caso emblematico dell'abilità sovrannaturale della sinistra nostrana di riuscire a far bestemmiare la gente, o solo un altro frutto dei miei disordini metali, chissà.  La cosa più significativa che posso raccontarti del mio approccio alla blogosfera è che Drink! stava per chiamarsi Click!, fortunatamente il dominio click.splinder.com non era disponibile, era proprio un nome di merda. Oh, non è mai successo che la gente non mi cagasse, sono un vincente, un vincente con un ego smisurato.

SCIUSCIA: - Prima dell'intervista mi hai chiesto di usare le mie doti di giornalista e l'onda kamehameha per far emergere un altro Emix, cito testualmente, "oltre il personaggio che interpreto". Ma allora, chi è il personaggio-Emix? E chi è l'uomo-Emiliano? E quale dei due è quello che batte in Via Del Campo?

EMIX:- Batto dalle parti della stazione di Principe, in verità. Sconti per studenti e militari. Il personaggio Emix è l'egopatico che ha risposto alla prima domanda che mi hai fatto, il cinico figlio di puttana che si prende gioco di qualsiasi cosa, l'ubriacone molesto che vomita rancore a buon mercato verso tutto e tutti. L'uomo Emiliano invece è un ragazzo che fa amicizia con i venditori di rose, che trova un portafoglio con troppi soldi all'interno e lo restituisce al proprietario, che prova rabbia per le ingiustizie. E non sono poi così nerd come la gente pensa. Incredibile, lo so.

SCIUSCIA: - Parliamo di Drink!, il primo blog videoludico a cui mi sono degnato di dare considerazione. Come'è nata l'idea di uno spazio dove un tema considerato serio da suoi adepti tanto quanto futile dai suoi detrattori venisse trattato con tali sarcasmo, dissacrazione ed errori grammaticali?

EMIX: - Per quanto possa suonare assurdo, Drink! è nato proprio per far si che tu lo prendessi in considerazione. In quale altro modo se non attraverso la parodia e l'umorismo iconoclasta sarebbe stato possibile? Tette giapponesi? Nel dubbio ho messo pure quelle. 

SCIUSCIA: - Le tette giapponesi mi piacciono, anche se solo dopo le tette di ogni altra etnia, americane obese escluse. Ma, parlando di tette, qual'è il rapporto di Emix con le donne? Sottomesso, zerbino, scendiletto? Sei attualmente fidanzato? E se sì, con una tua simile, oppure con una ragazza normale?

EMIX: - Esistono ragazze normali? questo giustificherebbe il tuo matrimonio. Le trovo su Ebay? Putroppo non ho mai avuto la fortuna di incontrare una mia simile, non al di fuori dei miei sogni o di The Sims 3 almeno. Essendo un uomo piacente, ironico, intelligente e modesto le donne mi amano, almeno fino al momento di scoprire che sono poverissimo. Non posso rivelarti se sono fidanzato o meno per questioni legate all'ordine pubblico nonchè alla possibilità di trombare con una tizia macedone il prossimo sabato sera. Sai, pensa ancora che io sia un giornalista. Assurdo come qualcuno possa credere che i giornalisti guadagnino davvero dei soldi. Non chiedermi se la tizia è bionda, sai già la risposta.

SCIUSCIA: - Su eBay puoi trovare tante cose, ma non l'amore. Quello batte sotto casa per trenta euro a botta, o, in alternativa, alberga dentro la confezione originale del prossimo Call Of Duty. E, parlando di giochi, non trovi assurdo che nessuno chieda mai ad Emix quali sono rispettivamente il suo gioco preferito, il suo gioco "storico" ed il gioco del quale non poterebbe mai e poi mai fare a meno? Ti si richiede di rispondere alle tre domande, ovviamente, non di dirci se lo trovi assurdo. Cose che vanno puntualizzate, quando si parla con nerd ritardati che si credono ironici.

EMIX: - Il mio gioco preferito di tutti i tempi è Sonic per Mega Drive, seguito dal gioco della bottiglia, da Spider su Windows e dal Trivial Pursuit dopo un paio di spinelli. Sebbene abbia ammesso di non essere così nerd come si potrebbe pensare, quello che sto per dire è la quinta essenza di un certo modo di pensare: il videogioco mainstream ha rotto il cazzo. Al diavolo Pes, Fifa, Call of Duty, Halo e tutta la merda in alta definizione che intasa gli scaffali dei MediaWolrd o fa la fortuna dei Game Stop. Non disdegno piccole perle come Little Big Adventure per PS3, apprezzo il commerciale GTA e buona parte dei suoi cloni, Mario, Zelda e Metroid sono titoli che devi aver provato poichè rappresentano l'abc del game design, ma le produzioni fantamilionarie più note non mi sollazzano come i vari software per l'emulazione di una qualsiasi console degli anni '90.

SCIUSCIA: - Cambiando argomento, la cosa che ho sempre ammirato di te è il tuo modo di riuscire ad ironizzare assolutamente su ogni disgrazia della vita. Per alcuni questa è mancanza di serietà, ma io la vedo come una grande forza interiore. Eppure, spesso molti ti attaccano su questo punto. Una tua riflessione/risposta/scorreggia su ciò?

EMIX: - Sono una persona serissima. E non lo dico per fare il verso a Spinoza, sia chiaro. In linea di massima preferisco ridere delle disgrazie piuttosto che rattristarmi. Capisco che qualche paronoico adolescente con tendenze suicide che frequenta il mio blog possa non capire il senso di quanto ho appena affermato, esistono individui che godono stare male e deprimersi. Una risata li seppellirà, puoi scommetterci. E vacci piano con i complimenti che poi mi monto la testa! Forza interiore, tsk.

SCIUSCIA: - Siamo alla fine, saluta i lettori di Satira Sciusciesca come più ti aggrada (anche se una chiusa a là Drink! sarebbe preferibile, ma non voglio influenzare, eh).

EMIX: - Mandria di bipedi e stuolo di bifolchi cazzeggiatori indefessi che popolate questo blog, vi stimo. Davvero, bazzica delle gente simpatica qui. L'ossimorica manifestazione di insensata stima precedente vi è stata offerta da Emix, il primo blogger videoludico che stamattina ha fatto colazione con un Four Roses and Cola e due ciambelle con la glassa e oggi ha vomitato solo 4 volte.



Ventinove anni, ed ancora non ha imparato quanto sia letale mischiare il whisky con la Coca Cola. Dilettante.



l'intervista è stata offerta da
Satira Sciusciesca, il primo blog che forse Emix s'è pure rotto il cazzo del fatto continuo a copiargli la chiusa



14 novembre 2010

Vado in edicola


No, in realtà non ci vado mai. Perché spendere soldi per un quotidiano quando le notizie le puoi trovare tutte su internet?

Ma il punto è che oggi esce il quotidiano dei Verdi Terra, col suo inserto del Sabato (è in ritardo, non so perché) dal nome 3D - La Terza dimensione della cronaca, al cui interno trovate due pagine di pura satira frizzante ed ecologica made in ScaricaBile, tutto gratis!

(Ah, e ovviamente c'ho scritto un pezzo pure io, questo credo sia chiaro)

A seguire, il mio contributo:

Le 10 cose che ci aspettano nell'Italia post-berlusconiana
di Sciuscia
1. Sentiremo la mancanza di Silvio, appena le barzellette inizierà a raccontarle Franceschini.
2. D'Alema appoggerà Veltroni come prossimo segretario del PD, e viceversa.
3. Le Poesie di Bondi saranno utilizzate nei Kinder Bueno, al posto di "non hai vinto ritenta".
4. Gasparri verrà lasciato in pace dagli autori satirici.
5. Monsignor Fisichella, contestualizzando la corruzione dell'intero Conclave, verrà eletto Papa col nome di “Figherrimo I”.
6. Calderoli ammetterà di aver sempre scherzato.
7. Emilio Fede spiazzerà tutti con un libro dal titolo "Odiavo Silvio, ma mi aveva messo un chip nel cervello per controllarmi". 
8. Bossi si riprenderà dall'ictus, senza migliorare.
9. Una nuova DC guidata da Mastella e da un Casini ormai dimesso diverrà ago della bilancia di tutti i governi, ma nonostante questo ai gay verranno concessi gli stessi diritti degli etero, a patto di farsi evirare.
10. Durante il Governo Fini, i sindacati confederali ritroveranno l'accordo tra loro sotto la spinta unificante della direttiva del Ministro del Lavoro Marchionne dal nome “Il padrone ha ragione, tu no”.


Qua sotto, invece, potete scaricare i pdf delle pagine biliose (cliccate su "download", non sulle immagini, mongoloidi):


Se vi piace leggere le robe del 'Bile in edicola (che, diciamocelo, son la sola speranza per il futuro, non è che possiamo affidarci a vita a La Palestra di Luttazzi o a Spinoza) ingolfate di spam la casella di posta di Terra (info@terranews.it) riempiendoli di complimenti per le pagine biliste e chiedendo a gran voce di continuare a pubblicarle.
In opzione alternativa, andate affanculo.





10 novembre 2010

Un periodo pieno di scazzi


Leggo qui che, dalle ultime confessioni, è confermato che Michele Misseri, il noto peperonaro di Avetrana, avrebbe dato un'ultima bottarella funebre alla nipote prima di seppellirla.

Fiuù, meno male che ha ribadito la prima versione, altrimenti questo post sarebbe andato a puttane: dieci minuti di prezioso tempo sottratti a "Medieval 2: Total War".

Eh sì, perché come tutti i migliori blogger cinici ed alieni alle reazioni di pancia del popolino (che ne so, Bucknasty) pure io volevo fare il pezzo sull'ondata di giustizialismo omicida e sadico seguito alla morte della ragazzina pugliese. Sarah Scazzi, dico, è di lei che stiamo parlando. State concentrati, cazzo.

Ricordo ancora i giorni in cui la prima dichiarazione di necrofilia da parte del simpatico agricoltore salentino era ancora fresca. Ah, quanti  commoventi reazioni da parte della società civile! Ah, quanta pia umanitas e civiltà! Ah, che bei gruppi di Facebook!

Qualche esempio di come un gesto semplice ed innocente quale venire dentro al cadavere di tua nipote quindicenne possa mettere a nudo l'umana compassione:


Michele Mero
NESSUNA PIETà X QUESTA GENTE.......42 GIORNI DI TORTURE E SEVIZIE A QUESTA MERDA...........SPERIAMO GLI DIANO L'INFERMITà MENTALE ..E TORNI A CASA PRESTO COSI...VERRA FATTA GIUSTIZIA IL PRIMA POSSIBILE.....................
Assolutamente da condannare, secondo me, il tono usato da Michele Mero. Usare il CAPS lock è da veri maleducati, ed ha pure saltato una "a" accentata. Cabalistica, poi, la scelta del numero 42.

uccidere una bestia simile non è reato certo ma non soffrirebbe tutto quello che ha sofferto sarah lasciamolo in pasto ai detenuti o lasciamo libero nel suo paese cosi si che ci sarebbe una vera giustizia.......................ciao sarah piccolo angelo. non serve la pena di morte soffrirebbe troppo poco e lui non lo merita xchè merita di soffrire almeno 42 giorni...........
Anche la Perotto si focalizza sul numero 42: difficile non pensare ad un particolare significato simbolico dietro tale coincidenza.

io lo rinchiuderei in una camera vuota..gli farei dei taglietti per far fuoriuscire sangue e poi riempirei la camera piena di topi che vivo se lo devono mangiare!!!
Milena Grimaldi, da ambientalista convinta, unisce saggiamente l'utile al dilettevole pensando a come sfamare la popolazione roditrice della provincia di Taranto.

NESSUNA PIETà X QUESTO ANIMALE_I.........SPERIAMO GLI DIANO LA TOTALE INFERMITà MENTALE E LO RILASCINO IMMEDIATAMENTE, E LO RIMANDINO A CASA........ALLORA VERRA FATTA GIUSTIZIA.....SPERO SOLO GLI FACCIANO FORE 42 GIORNI DI AGONIA...NN TI DEVONO AMMAZZARE SUBITO ...MA LENTAMENTE SCHIFOSO BASTADO...............GIUSTIZIA .... ucciderlo sarebbe troppo liberatorio..........ma torturarlo giorno dopo giorno facendogli le peggio cose.....fino alla fine dei suoi giorni merdosi..........
Vediamo come il Mero voglia tornare a puntualizzare; e sull'importanza dell'infermiatà mentale per poter fare vera giustizia, e sul fatidico numero 42.

E poi castrazione chimica!
Saggiamente, il Mercadanti ci ricorda come esistano anche soluzioni più pratiche e meno violente che un volgare linciaggio o desuete torture medievali.

si uccidiamolo ma piano piano tipo tagliamogli un dito ogni due giorni e lo ricuci poi passiamo alle orecchie!!deve soffrire tanto dolore
La proposta di Walter Gennarelli, onestamente, convince poco, visti gli alti costi medici che le operazioni di riattacco richiederebbero.

i bastardi come lui vanno fatti a pezzi..piano piano...
La signorina Fazzioli, mi si lasci dirlo, manca completamente di fantasia, risultando pedestre al confronto coi suoi predecessori.


Ok, sono letture piacevoli, non lo nego, ma una domanda mi ha sempre tormentato, fin dall'inizio di questa vicenda. Come mai tutta questo sfoggio di umanità da parte della gente? Cosa è riuscito a smuovere in così tante persone una simile fervida fantasia nell'invenzione di pene e torture adeguate a punire il colpevole del delitto?
Ok, ha ammazzato una ragazzina. Ma lo hanno fatto tanti altri, senza  che li volessimo mettere al rogo.
Ok, l'ha stuprata. Ma lo hanno fatto tanti altri, senza che volessimo strappargli le unghie.
Ok, non parla manco l'italiano. Ma non lo parlano nemmeno tanti leghisti, e li abbiamo fatti ministri.

Che poi, a pensarci bene, da un punto di vista pratico ha causato molto meno dolore di tanti assassini stupratori di stampo più classico. Perché, insomma, il necrofilo, dopotutto, ti si fotte dopo che sei morto, quindi ti risparmia la sofferenza delle violenza, almeno, no? Insomma, non so voi, ma se io sapessi di dover crepare strangolato, be', preferirei che un agricoltore del Salento si accoppiasse a forza con le mie fredde membra esanimi, piuttosto che non me stesso medesimo vivo e cosciente. Perché fondamentalmente sono un timido, ecco, e i preliminari mi imbarazzano.

Invece, no. Pare che per la gente sia un'aggravante, quella di avere risparmiato a tua nipote dieci minuti di sesso non consensuale prima dello strangolamento.

Continua insomma a sfuggirmi il fulcro del problema, non ho ancora capito cos'abbia di speciale questo delitto rispetto a tanti altri, per far sì che il sospettato colpevole si meriti tante e tali dimostrazioni di affetto da parte della folla.

Poi, in un paio di commenti, capisco tutto:

In Lutto Per Questa BELLISSIMA Ragazza...

sei un bastardo hai ucciso la tua stessa nipote a sarah una ragazza cosi bella e di 15 anni bastardo

Ma certo. Adesso è tutto chiaro. Michele Misseri merita di patire i tormenti dell'Inquisizione per un semplice motivo: perché Sarah Scazzi era BELLA.
Dai su, effettivamente, guarda qua:


[promemoria per quando sarò il dittatore del Mondo: vietare ai giornalisti l'uso di Facebook]



Era proprio carina, no? Come fai a non intenerirti e a non tirare fuori dal ripostiglio la garrota, pensando ad un vecchio pervertito che se la scopa già cavadere?

Praticamente tutti la considerano carina, la povera Sarah, per ognuno di noi era attraente. Sennò, perché rimarcarlo nel commentare la sua morte e/o le pene da infliggere al di lei parente?

Per esempio, il nostro amico qua sotto ci dice:

uccidiamo questo bastardo era bellissima questa ragazza x colpa di uno stronzo nn ce piu devi morire bastardo

Dai Emilio, dicci la verità, te Sarah Scazzi te la saresti fatta, eh? Non c' è mica nulla di male ad ammetterlo: biondina, dolce, giovane ed innocente... e ben oltre l'età del consenso, eh, quindicenne. Si potrebbe quasi dire, Emilio, che ce l'hai con lo zio perché ti ha privato per sempre della possibilità di conoscerla.

E non fate quelle facce, dio bono. Che tanto lo sapete benissimo com'è. Ne avevamo già parlato, no?
Se crepa una fica:
"Hai sentito, è morta Tizia!"
"Uh, che peccato, una così bella ragazza...".
Se crepa una cozza:
"Hai sentito, è morta Caia."
"Già, e Sabato l'Inter non è andata oltre il pari col Brescia, cazzo."

Povero Michele Misseri, la sfiga di avere una nipote fica. Che se era un cesso come tua figlia, tutto sto casino non succedeva.


 (nella foto, una faccia che non ti pesa troppo immaginare come colpevole)




05 novembre 2010

La festa a tema dantesco in quel di una villa di campagna che la diritta via era smarrita


Canto I - Nel mezzo del cammin di nostra vita
La Marty arriva e dice che certi tizi che conosce lei stanno organizzando una festa in una villa di campagna fuori Sansepolcro. A parte il fatto che per definire "campagna" quella spianata di campi dopo Santa Fiora ce ne vuole di fantasia, a me questa cosa puzza lontano un miglio di stupida americanta da college movie. Esprimo alla parente stretta le mie perplessità e mi viene confermato che sì, è una stupida americanata da college movie. Però, attenzione, sul tema della Divina Commedia - infatti, questo mi torna in mente un istante prima di pigiare "pubblica post", il nome della festa era "Divina Notte", wow che fantasia efferverscente, già prevedo faville.

Canto II - Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore
Poco convinto, accetto di partecipare alla cosa, fuorviato dai seguenti elementi:
- ci saranno anche la Manu, il Lory, il Cava e il Lepo
- la quota di partecipazione è di soli 10 euro e dà accesso a bevute illimitate
- sarà consentito sfasciare la casa
anche se credo di essermi inventato una di queste tre cose per autoconvincermi.

Canto III - Chi è costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente?
Così, espletata la formalità delle cena in famiglia, partiamo alla volta della fantomatica residenza periferica, che ovviamente, complice anche una nebbia densa come il mestruo di uno scimpanzè femmina adulto*, non si lascia trovare poi tanto facilmente. Chiediamo indicazioni alla gente che incontriamo in giro (una vecchia coll'Alzaimher, una gallina ed uno zombie), ma ci perdiamo solo ancora di più nella fitta bruma (che sarebbe la nebbia, per chi è capra). Alla fine, solo grazie all'intervento-bonus del Cava che conosceva già il posto, giungiamo a destinazone.

*non vi interessa sapere come lo so, no?

Canto IV - Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutte le raccoglie
Attraversata non senza perigli la distesta nebbiata che divide il luogo del nostro posteggio dalla villa, ci troviamo di fronte ad una sorta di usciere, però con l'apparenza di un teenager ubriaco, che tecnicamente dovrebbe ritirare l'invito costato dieci sudatissimi euri, in realtà fa entrare tutti e quindi vaffanculo cazzo, potevo scroccare ed invece ho pagato. E lo striscione scritto con la bomboletta spray ed appeso nel cortile interno della villa e che reca la scritta "Divina Notte", be', non migliora il mio cupo umore.

Canto V - Non ragioniam di lor, ma guarda e passa
Appena entrati, il livello adolescenziale della festa mi si palesa davanti in tutta la sua cruda costosità inutile di dieci euro. Branchi di ragazzetti allupati sbavano inconcludenti dietro le gonne non così lunghe di altrettante coetanee impegnate in atteggiamenti lascivi, ammicanti al lesbo ed in definitiva per nulla convincenti. Decidiamo seduta stante di scegliere una delle tre porte che ci troviamo davanti, in una sorte di gioco delle tre carte nel quale, proprio come nel gioco delle tre carte, non esiste la possibilità di vincere.

Canto VI - Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate
Prendiamo la porta a destra, e ci troviamo in una sala con musica vagamente anni '70-'80. Mi viene spiegato che questo è l'Inferno, mentre dietro le altre due porte ci sono sale con divesi generi musicali, che sarebbero il Purgatorio ed il Paradiso (ossia, quelle parti della Divina Commedia di cui nessuno conosce le citazioni). Rincuorato da questa bella notizia, chiedo di conoscere immantinente l'ubicazione del bar, poiché ho già capito che c'è poco da puntare sulla musica e tutto il divertimento va demandato all'alcol.

Canto VII - Voler ciò udire è bassa voglia
Mi spiegano dove recarmi, purtroppo lungo il tragitto devo affrontare obbligatoriamente il Paradiso, dove mettono musica che non conosco. Il deejay di questa sala è il padrone di casa, mi dice mia sorella. Ignoro l'informazione come giusto e proseguo nella mia spasmodica lotta contro i corpi delle anime prave ammassate in attesa della beatitudine, con l'unico scopo di giungere all'agognato bar.

Canto VIII - Amor ch'a nulla amato amar perdona
Purtroppo, a metà della strada verso l'anestetico alcolico, mi imbatto in una porticina sulla sinistra. Caccio un occhio dentro, e vedo che c'è una sala allestita con divanetti, cuscini, luci soffuse ed altri ammennicoli da bordello di Marrakesh*. Capisco che quella avrebbe dovuto essere, nell'intenzione degli organizzatori, la zona-trombata, o quantomeno la zona-ti_tasto_per_bene_prima_della_trombata, ma dentro ci sono solo due pischellette poco ubriache che ciarlano del nulla cosmico. Proseguo con la morte nel cuore.

*andateci

Canto IX - Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare
Arrivo finalmente all'agognato spazio-bevute, e subito si palesa l'orrore: un folla di storpi esseri umani rumorosi e claudicanti si frappone tra me a la birra. A fatica lotto per raggiungere le prime posizioni ed ottenere così il paventato beveraggio illimitato, ma ecco, quando finalmente giungo al cospetto delle bariste, mi si dice che posso avere al massimo due birre. Stupito, chiedo lumi, e mi si spiega che così è stato deciso dagli organizzatori, per evitare di trovarsi a corto di roba da bere: se voglio altri liquidi, devo rifare la fila. Piuttosto singolare, tutto ciò, per una festa con "bevute illimitate", ma mi adeguo alle severe regole, riuscendo comunque a sgraffignare una birra in più che passo dietro (Al Cava? Al Lory? Boh.)

Canto X - La bocca sollevò dal fiero pasto
Passiamo nell'ultima stanza, quella dul purgatorio, dove mettono una sorta di musica ambient o cazzate di questo genere, e dove trovo un conoscente che non è pezzente intento a provarci con una tizia che a quanto pare mi conosce (io ovviamente non so chi cazzo sia). Comincia a ciarlare girando intorno alla questione ovvia: vuole un po' della mia sudata birra, ma non vuole chiedermela. In uno slancio di generosità verso il mio amico gliela offro, perdendone il possesso per sempre. Puttana. (Spero almeno che gliel'abbia data)

Canto XI - Più che 'l dolor, poté 'l digiuno
Ad un certo punto, la svolta: arriva il Lepo dicendo che ha scovato, incassata in una parete vicino al camino nella stanza del "bar", una credenza che potrebbe contenere liquori. Subito forziamo, col favore del casino generale, la cassaforte presuntamente alcolica, e veniamo premiati. Oddio, premiati. C'è dentro una bottiglia di improbabile spumante calda, ed una roba che identifico in Martini Rosso di epoche altre. Ma c'è poco da fare gli schizzinosi, questo piccolo tesoro è la mia unica possibiità di tornare a casa non sobrio, ergo scoliamo tutto in religioso silenzio.

Canto XII - Io venni men così com'io morisse, e caddi come corpo morto cade
Verso le due, il sonno comincia a prendere il sopravvento, così mi abbandono alla lusinghe di un divanetto per concedermi il meritato riposo. Vengo risvegliato non so da chi, e mi ritrovo di nuovo nella sala Inferno a ballare roba tipo Maracaibo, o canzone carnevalesca equipollente. Decido che è ora di uscire a riveder le stelle.

Canto XIII - Colui che fece per viltade il gran rifiuto
Per la via dell'uscita, alcune anime dannate cercano invano di convicermi a restare un altro po', ma io col passo sicuro di un navigato Virgilio guido fuori da quella follia i miei seguaci. La nostra uscita di scena è così teatrale che meriterebbe di essere illustrata da Gustave Doré.



La valutazione finale della festa espressa in profili classici di Dante:





02 novembre 2010

Luttazzi usa le battute dei più grandi geni satirici: George Carlin, Bill Hicks, me

Qualche ora fa passavo davanti alla libreria e mi sono ricordato che, da qualche giorno, avevo una cosa da comperare.
Entro, e chiedo se c'è l'ultimo libro di Luttazzi. Dice sì, e me lo prende. Dice diciott'euri. Bestemmio interiormente e specifico alla tipa che ok, questo me lo prendo, ma il prossimo col cazzo, ho preso questo giusto perché mi andava di vedere soddisfatta la vanità del vedermi tra gli autori, ecco.



*Esatto, l'unico scopo del post è comunicare che per la prima - e credo ultima - volta nella storia il mio nome è comparso su qualcosa che viene venduto dentro ad una libreria. Gnocca di consolazione per farmi perdonare? Gnocca di consolazione per farmi perdonare: