30 gennaio 2012

Chiamatemi Ismaele



Cioè, nel senso che io avevo capito che era tipo il film di Moby Dick, col capitano colla gamba di legno, l'extracomunitario che nessuno sa mai come cazzo si pronuncia il nome e quell'altro che si chiama come il franchise di caffetterie.

Invece no, era A.C.A.B., acronimo di All Cops Are Bastards, una frase inventata che non vuol dire nulla.


PERSONAGGI

In pratica c'è Pierfrancesco Favino che per tutto il film canta di continuo "celerino / figlio di puttana" intervallato da scene in cui inquadrano le sue katana, intervallate da altre scene in cui inquadrano i suoi quadri del Duce, intervallate a loro volta da scene in cui inquadrano le sue statuette di Gengis Khan.

Scordatevi di questo enorme cazzone e passiamo a Marco Giallini, che siccome sicuramente voi merde non saprete chi cazzo sia, lo chiameremo col nome che ha nel film, cioè Mazinga.

E qui abbiamo detto tutto, per cui passiamo al prossimo celerino.

Si tratta di Filippo Nigro, che siccome Sollima era a corto di fantasia nel film gli ha messo il nome di Negro. E che cazzo. A ogni modo, qualunque personaggio è migliore di quelli che gli ha fatto fare Ozpetek, almeno qui è uno che picchia le zecche comuniste e non un ricchione.

E poi c'è Andrea Sartoretti.

oltre 1000 ace in carriera, puttana Eva


Ah, poi mi dimenticavo che c'è anche lo sbarbato, uno che lo chiamano Spina, forse perché è una spina, che di fare il celerino spaccateste non gli fregherebbe manco niente, però per 1.400 euri al mese andrebbe pure a spalare la merda, quindi è ok.


RECENSIONE NON OBIETTIVA E NON ATTENDIBILE

Quando la scena non è che Favino fischietta "celerino / figlio di puttana", la scena è che tutti questi guardano Sky TG24, forse perché SKY ha coprodotto il film, ma non ci posso giurare.

Rivisitata in due ora l'intera tauromachia del romano medio, e c'è stato anche il tempo di spaccare la faccia a un tifoso del Napoli, randellare in egual maniera noglobbal e nazi-nazisti e sgomberare un campo rom.

In ultimo, riporto lo storico monologo di Favino circa il collega che sta divorziando dalla moglie cubana, perché merita:

"Pigli 1400 euro al mese, fai qualche lavoretto, arrotondi, arrivi a 2000. Vai a Cuba, conosci una in discoteca, e ve la raccontate. Tu che sei ricco con 2000 euro, lei che ti ama. La sposi, torni in Italia. Ma allora non ve la raccontate più. Perché 2000 euro tornano 2000 euro. E lei torna una troia de Cuba."

ROFL








24 gennaio 2012

L'unico notaio buono è il notaio liberalizzato. Ma se è anche morto stiamo più tranquilli, comunque.


Figurati se non salto sull'argomento del giorno, quindi eccoci qua a parlare di liberalizzazioni.

Siccome il tema è pesantuccio, e secondo i nostri sondaggi i lettori di questo blog hanno un livello d'istruzione da seconda media (bocciati, in seconda media), intervalleremo il post con succose immagini di diciottenni maggiorate in topless.

Ho detto diciottenni? Intendevo sedicenni.
Ho detto immagini? Intendevo "parlerò dall'inizio alla fine senza mezza foto e se vuoi le fighe te le cerchi da solo sull'interswebsz".

A quanto pare Monti, o chi per lui, sta pensando di liberalizzare la professione notarile. Dove con "liberalizzare" va inteso che vorrebbe aprire l'ordine relativo ad altri 500 notai e questi qui ovviamente sono contrari perché dove andremo a finire la dignità dell'ordine sbroc sbroc si svaluta la professione sbroc sbroc sbroc 

500.

Cinquecento.

In pratica, stiamo parlando di aggiungere mediamente altri 25 notai per regione.

Ora, non so come vadano le cose a casa vostra, ma il buco di merda dimenticato da Dio e poi anche da Satana nel quale vivo conta circa 40.000 anime, e ci sono 4 notai.
Quindi, uno ogni 10.000 persone.
Ora, siccome la popolazione della mia regione è di circa 600.000 persone, la mia città rappresenta il 6% della mia regione, quindi ne consegue che, in media, la proposta di Monti porterebbe alle città come la mia, in media e arrotondando, 1 notaio in più.

UNO.

Ossia, i notai sono contrari al fatto che, invece di avere 10.000 potenziali clienti a testa come hanno oggi, ne dovranno avere in media 8.000.

Certo, un bella perdita, potreste dire voi, che li porterebbe a dover diminuire il loro standard di vita, abbassandolo a "schifosamente e scandalosamente sprofondato nella ricchezza e nelle bassezze morali a cui essa dà accesso".

Ma la verità è che questi discorsi sono tutte cazzate, perché la professione notarile non va ne' liberalizzata, ne' resa più accessibile, ne' resa più soggetta al concorrenza, ne' un cazzo di niente.

Semplicemente, i notai VANNO ABOLITI.

"Eh, ma questo non è liberale, non si può eliminare una professione per legge."

A pensarci bene, avete ragione. I notai non vanno aboliti. Va semplicemente eliminato l'obbligo di legge alle firme autenticate e a qualunque tipo di atto notarile.

Così il cittadino sarà libero di decidere se avvalersi o meno delle preziosa consulenza di un grande esperto di diritto quale sia dice sia il notaio.

Per esempio, io e te siamo d'accordo per la vendita del mio blog, io ti do il blog e tu mi paghi mille euro.
Prima della vendita, ti dimostro che il blog è libero da ipoteche, da qualunque altro tipo di carico pendente e che è esente da difetti occulti o vizi di qualunque tipo.
Quando stiamo per firmare l'uno davanti all'altro una scrittura privata in carta semplice che poi depositeremo alla Conservatoria del Registro, però, io ti faccio una grande proposta:
"Ehi, perché non facciamo invece un bell'atto notarile? Sarà in tutto e per tutto identico, e non avremo alcuna garanzia in più, e il notaio non si assumerà nessuna responsabilità, però potremo dargli altri 400 euro a testa, ficata, no?"

Cosa mi risponderesti, caro lettore?

Perché il punto è questo: un notaio non serve a un cazzo, sta lì a fare nulla e prendere soldi da te perché la Legge ti obbliga a darglieli ogni volta che devi vendere un etto delle tue feci mattutine.

Quindi, dico io, lasciamo che sia il cittadino a scegliere, così come avviene per ogni altra professione.

Per esempio, se ti senti poco bene, la Legge non ti vieta di auto diagnosticarti. Anche se io preferirei chiamare il mio medico, dargli 100 euro e sopravvivere.

Per esempio, se devi stare in giudizio, la Legge non ti vieta di difenderti da solo. Anche se io preferirei ricorrere a un avvocato, dargli 10.000 euro ed evitare la galera.

Per esempio, se il rubinetto di casa perde, la Legge non ti vieta di stringere il tubo da solo. Anche se io preferirei chiamare un idraulico, dargli 900.000 euro per un intervento di sette minuti e magari ti scopa anche la moglie.

Qual'è quindi la morale di questo post? Be', aspetta che rimetta le mani su quel bastardo del mio idraulico.
Ah, e che ovviamente nessuno andrebbe da un notaio se non fosse obbligato  a farlo.
Nemmeno quel bastardo del mio idraulico.







Ok, vai di gnocca diciottenne, ve la siete meritati:

















16 gennaio 2012

Nessuna donna te la dà gratis. No, nemmeno la tua ragazza.








Il punto è: quante donne amerebbero un uomo che non spendesse mai un centesimo per loro?

Non parlo di comportamenti "progressisti" tipo evitare di pagare ogni cena ed ogni gelato dopo la cena ed ogni cinema dopo il gelato dopo la cena, no, parlo proprio di stare con una donna senza MAI ASSOLUTAMENTE tirare fuori un centesimo che sia uno per lei, nemmeno gli spicci per pagarle mezz'ora di sosta sotto casa vostra dove è venuta con la sua auto che è un 1.600 benzina solo per fare una sveltina.

Sento già il coro dei vostri pensieri:
"Eh, ma cosa cazzo sta dicendo Sciuscia, dove vuole andare a parare, l'amore non è fatto di gesti materiali!"
Sì, 'sto cazzo.
Fidati, amico lettore felicemente fidanzato con una ragazza che lo ama alla follia: se non avessi mai speso una lira per lei, al 99.99% non stareste assieme, ora.
"Ma stai zitto, io e la mia ragazza abbiamo un rapporto paritario, dividiamo praticamente tutte le spese, e non le ho mai fatto nessun regalo costoso, al massimo qualche fiore di tanto in tanto, non avrò mai speso più di venti euro per lei!"
Già, ma quei venti li hai spesi. Puoi affermare con assoluta certezza che ti avrebbe amato ugualmente e sarebbe rimasta con te senza mai dubitare del tuo amore per lei se non le avessi mai nemmeno offerto un caffè, pretendendo di dividere sempre tutto cinquanta e cinquanta, e facendole zero (ZERO) regali, ne' mazzi di fiori da venti euro, ne' una margherita del cazzo da 50 centesimi, ne' niente di niente?
"Ma che ragionamenti sono?! Un regalo di poco costo è solo una dimostrazione di affetto, un pensiero..."
Eh no, non è questione di umiltà economica del regalo.

Le donne non tollerano chi non dà importanza a pensierini, fiori, cene e cose del genere.

Certo, alcune dichiarano di non volere regali costosi o impressionanti, e magari una grossa percentuale di loro lo pensa veramente. Ma anche la donna che se ne fotte dell'anello con diamante a 859 carati, non tollererà mai che per tutta la durata del vostro rapporto voi non le facciate mai una pur minima dimostrazione di impegno economico-materiale per lei.

Nei casi più estremi, chi per principio non fa regali et similia può arrivare ad essere visto come una sorta di cafone insensibile incapace di avere riguardi di altro genere, quando magari questo qui è il tipo più sensibile, empatico ed altruista del mondo... però, siccome non le hai mai comprato una rosa, vaffanculo.

Che poi, già, i fiori.

I fiori sono belli, a volte ne regalo, ma vorrei davvero che qualcuno mi spiegasse qual'è il piacere di ricevere dei fiori COMPRATI. Perché alla fine è questo il punto del problema, che oggi OGNI cosa può essere comprata, quindi il gesto del regalo perde automaticamente di valore, declassandosi da nobile intenzione di arrecare piacere a mero esborso di denaro in favore di qualcuno.
Dei fiori raccolti a mano, per stare sull'esempio, avrebbero un alto valore, per via del tempo impiegato a trovarli, sceglierli, comporli... il gesto acquisterebbe forza ed importanza perché dietro c'è stato un IMPEGNO, c'è stata una parte della mia vita utilizzata per farti piacere. Dietro ai fiori comprati, l'unico impegno che c'è stato è quello di perdere dieci minuti e trenta euro dal florovivaista.

E non venitemi a ripete che "è il pensiero, una dimostrazione che ci tieni" perchè se davvero le persone dessero all'amore, quello vero, tutto questo alto valore e concetto che dicono, non sarebbero certo necessarie questo tipo di dimostrazioni, mentre sarebbero sufficienti (e doverose) ben altre, come la dimostrazione di rispetto, la dimostrazione di sostegno, la dimostrazione di sincerità, e di tutti quei valori veramente profondi e veramente importanti in un rapporto.

Purtroppo, sembra che una buona parte delle donne non possa vivere senza questo, mentre a un uomo, al 99%, non frega assolutamente un cazzo dei regalini, finchè riceve trasparenza, complicità, fedeltà.
Certo, sono felice quando ricevo un qualunque dono dalla mia amata: è un segno ULTERIORE dei suoi pensieri verso di me, ma posso affermare, così come tutti voi uomini che leggete, che la amerei allo stesso identico modo anche se non mi avesse mai regalato nemmeno un Bacio Perugina.

Va da sè che, a seconda del tipo di donna e della sua mentalità, ci sono vari livelli per questo sentire.

C'è la donna più che mai emancipata e alternativa che si accontenta di una rosa ogni tanto, o di una cena fuori di quando in quando.

C'è la donna più classica che si aspetta almeno un paio di regali "grossi" all'anno, per compleanno e anniversario, diciamo.

E poi, c'è la donna vuota come lo spazio interstellare, che l'unica dimostrazione di amore che sa apprezzare è quella rappresentata dalle scemenze sterili imposte per secoli dalla mentalità comune; sto parlando proprio di una che se ne fotte completamente delle vostre parole e del vostro cuore, una a cui se non regalate un tot all'anno in gioielli non sa nemmeno che esistete, e non venitemi a dire che donne così non esistono, perché esistono, cazzo, le conosco.
Perché sono così? Per cupidigia/convenienza? Assolutamente no, sono innamorate dei loro uomini e non pretendono regali per avidità. Semplicemente, non sono in grado di recepire altri messaggi che non siano quelli materiali.

Ovviamente, il fatto che in una società moderna e civile persista ancora la mentalità dell'uomo che ammazza l'orso e porta a casa la pelle altrimenti non vale un cazzo affonda le sue radici nella storia della nostra specie, e sarebbe lungo disquisirne, ma resta il fatto che, nonostante l'evoluzione, la parità e le altre stronzate, siamo ancora legati ad istinti atavici: tu femmina, io maschio, io procurare cibo, tu allargare gambe.

Boh.

Esiste, in teoria, un intero universo, di cose da condividere, tra un uomo e una donna, un universo talmente mentale ed intimo che nemmeno alla lontana prevede l'esistenza di fiori e pensierini.
Quello che mi dispiace è quindi questo: che una coppia può avere equilibri ben più solidi, ben più profondi, al punto da poter arrivare a prescindere totalmente da queste sciocchezze, eppure pare che davvero nessuno riesca ad elevarsi a questo livello di perfezione spirituale.

Ma non siamo perfetti, questo è alla base di ogni nostra mancanza, ed io sono sicuramente il primo che si sentirebbe in difetto, se non avessi mai regalato alla mia donna nemmeno un biglietto d'auguri.
Regalo un fiore, un cioccolatino, un pupazzetto, perché so che questo la renderà felice; e magari perché mi autocompiaccio di un gesto galante.

Sono codici, codici dei rapporti umani, e così vorrei poterli vedere, slegandoli dal loro valore economico, che, però, purtroppo, per quanto piccolo, esiste, cazzo, esiste.

Così, se da un lato mi consolo pensando che in fondo è forse vero che "è solo un pensiero", dall'altro ho la certezza, incrollabile, del "niente amore senza pagare nemmeno una colazione".

Funcoolo.




P.S. - NOTA FINALE PERSONALE
L'anno scorso, per impedimenti che non vi riguardano, è finita che io e la Signora Sciuscia non ci siamo fatti il regalo di Natale. Per rimediare, abbiamo deciso di regalarci insieme un viaggetto fuori confine, scegliendo insieme la meta, parlando insieme di quello che volevamo vedere, discutendo insieme di quando andare, cercando insieme i posti dove dormire e dove mangiare, litigando insieme su tante altre cose (avevo sempre ragione io). Be', è stato bellissimo, secondo me molto più bello di qualunque pacchetto potessi ricevere, ed il piacere di questo viaggio, che sarà di certo fantastico (dobbiamo ancora farlo), è già iniziato nel momento in cui ci siamo messi a pianificarlo.
Se domani vi viene in mente di prendere una rosa per la vostra ragazza prima di passare a prenderla per uscire, magari lasciate stare la rosa, e quando vi vedete, provate invece a spiegarle a parole quello che provate per lei.
O, se proprio volete, fate così portando anche la rosa.
In fondo, è pur sempre una rosa.





11 gennaio 2012

Di Champions, campionato e altre amenità




Torna l'appuntamento annuale nel quale mi trovate su Cosa fare a Bergen quando sei morto, il blog del noto autore satirico e scrittore di pipponi mortali Volpe, un romano cresciuto in Emilia (Modena è in Emilia, sì?) e trasferitosi in Norvegia per fare il parassita sociale (ricercatore), invece che per scopare qualche bionda.

Cliccate tutti qui per andarvi a leggere una succosa intervista a tre su sorteggi di Champions, calcio italiano e altro tra me, il celeberrimo Jonathan Grass ed un Anonimo lettore, il tutto col commento di Volpe.




02 gennaio 2012

Aziende di merda #1 / La Mercedes-Benz per gli amici solo Mercedes


Buongiorno e buon anno, affezionatissimi leccaculo.

Con l'inizio di questa nuova trecentosessantacinquina (che poi realtà saranno 366, visto che il 2012 è anno bisesto => anno funesto), Satira Sciusciesca vi propone una nuova rubrica dall'indubbia utilità sociale, ossia "Aziende di merda".

No, non sto parlando della falegnameria in nero che gestite sotto casa durante i giorni di vacanza dal vostro lavoro di idraulico, ma di una utilissima guida tramite la quale, avvalendomi delle mie personali esperienze sul campo, potrò mettere in guardia voi cittadini utenti dalla mille truffe che spietate multinazionali potrebbero perpetrare ai vostri danni.
Roba che "Mi manda Raitre" mi può fare al volo una sega a due mani a tripla velocità, capito Santoro?!

La prima azienda che prendiamo in considerazione è un'insospettabile marchio dal nome rinomato, dalla lunga storia e garantito dalla proverbiale affidabilità teutonica: trattasi della celeberrima Mercedes-Benz.

"I tedeschi le auto le hanno inventate": questo, per decenni, è stato il motto di automobilisti e meccanici, estasiati nel constatare come le vettura di germanica fattura resistessero indefesse al passare degli anni, scevre di difetti di fabbrica e vizi occulti.
Ma quelli erano gli anni '50, coglioni.

Col passare del tempo, il crucco ha capito che non aveva senso spendere di più per produrre specchietti indistruttibili o gruppi faro composti da oltre trenta pezzi singolarmente ordinabili: era molto più conveniente la filosofia Ford-FIAT-tuttiglialtri, ossia produrre merda su ruote che dopo cento chilometri scricchiola anche da ferma, e che se ti capita di perdere una vite del portatarga sei costretto a ricomprare l'intero vano motore, perché "la sola vita non la producono più".

Così, in un crescendo di implementazione di pezzi in plastica, di raggruppamento di ricambi e di usurabilità delle parti meccaniche, siamo giunti ai giorni nostri, per la precisione al giorno in cui la Signora Sciuscia, all'epoca ancora semplicemente la Mia Lauretta, si gloria dell'acquisto di una fiammante Mercedes Classe B.

"La cosa più bella che ha" si gasava allora la mia dolce metà "è il tetto Panorama lamellare, una ficata, si apre facendo scorrere una lamella sopra l'altra!"

Ricordo che all'epoca, nella mia testa già irrimediabilmente corrotta dall'ingegneria, si formò una certa dubbiosità circa un meccanismo di tale complessità e delicatezza montato su un prodotto - automobile - che per sua natura vive il 90% della sua durata esposto a urti, forte vento, sbalzi di temperatura, pioggia, grandine, neve, gelo e ghiaccio.

"Ma, al diavolo" pensai, anche se non con questa locuzione da film "se lo ha fatto la Mercedes, non sarà mica di pasta frolla."

E in effetti, era fatto direttamente in cartone macerato.

Passano infatti gli anni necessari a far decadere la garanzia, ed ecco che una bella mattina si sente un "CRACK" al tentativo di aprire il bellissimo tetto Panorama lamellare. Meccanismo bloccato, non si apre e non si chiude, morto, KAPUTT.

La diagnosi del meccanico di fiducia non lascia scampo: è partito per sempre uno dei perni che consente lo scorrimento delle lamelle per l'apertura del tetto. Mi mostra il pezzo incriminato, e, cosa vedo?
E' di plastica.

DI PLASTICA.

DI PLASTICA CAZZO.

Da qualche parte in Germania c'è un criminale matricolato, un rifugiato nazista dell'ingegneria, uno spirito abietto che ha pensato di fare un pezzo sottoposto a torsione e a cicli termici che vanno dai +38° estivi ai -10° invernali... di plastica.

OVVIAMENTE non si può ordinare il singolo pezzo.

OVVIAMENTE l'ordine minimo è L'INTERO TETTUCCIO NUOVO CAZZO, SI E' ROTTO UN PERNO DI MERDA IN PLASTICA E IO DEVO RICOMPRARE TUTTO IL TETTUCCIO CRISTO, MI PARE OVVIO, NON FA UNA PIEGA, FANNO 1.000 EURO TONDI TONDI PORCA TROIA.

OVVIAMENTE  la manodopera per montare un tetto di quel tipo è altamente qualificata, perché basta sbagliare di un mezzo millimetro e il tetto non si apre più, e costa quindi carissima.

E OVVIAMENTE ho augurato tumori gravissimi all'intero organigramma Mercedes-Benz.


Quindi, lettore che ancora confidi scioccamente nella tedesca affidabilità, stai in guardia! Noi ti abbiamo avvertito!



Lo vedi questo? E' un MIRINO. Serve a puntare IL TUO CULO.